Attività
Reati tributari, doganali e valutari
L’evoluzione del sistema penale tributario è da decenni connotata da un costante e crescente rafforzamento dell’intervento del magistero penale nella materia fiscale.
Anche recentemente, ed in particolare con il decreto fiscale 2020, collegato alla legge di bilancio, le violazioni penali tributarie sono state oggetto di importanti interventi ad opera del legislatore: ed invero, per quel che qui interessa e a mero titolo esemplificativo, sono state inasprite le pene e sono state abbassate alcune soglie di punibilità, ampliando così il novero delle condotte penalmente rilevanti. A ciò si aggiunga, infine, l’estensione della responsabilità anche alle società e agli enti ogni qualvolta talune condotte di matrice penal-tributaria (quelle più gravi) siano state commesse dal privato nell’interesse della Società.
Così facendo, il diritto penale tributario, seppur continui a rappresentare un ramo del diritto penale genericamente inteso, è divenuto di fatto un corpo autonomo di norme, prassi e giurisprudenza.
Da ciò ne deriva inevitabilmente che l’approccio difensivo – avanti ad ipotesi di reato di matrice fiscale- deve riuscire a coordinarsi con l’intero complesso sistema normativo tributario.
Capita infatti assai raramente che i fatti e le condotte di natura fiscale oggetto di accertamento nell’ambito di un procedimento penale, poichè integranti ipotesi delittuose, non siano (anche) oggetto di una –parallela e contestuale -verifica in ambito fiscale. Tali procedimenti –quello fiscale e quello penale- pur rimanendo di fatto del tutto autonomi, possono influenzarsi reciprocamente. Diviene allora quanto mai essenziale nella difesa penale tributaria una stretta sinergia con gli altri professionisti che assistono o che hanno assistito l’impresa o il contribuente avanti alle competenti sedi tributarie.
L’intervento del professionista, tuttavia, soprattutto a fronte di operazioni straordinarie che coinvolgano gli assetti più essenziali dell’impresa o in ipotesi di potenziale rischio in tema di esterovestizione – non è circoscritto alla mera fase processuale ma assume ancor più rilevanza nella fase preventiva ossia in quella volta alla valutazione del rischio
Reati societari, fallimentari e delle procedure concorsuali
Reati associativi e di criminalità organizzata
- Stupefacenti: La legislazione che punisce i reati in materia di sostanze stupefacenti è, oggettivamente, di straordinaria severità.
In materia, di singolare attualità appaiono le tematiche connesse alla commercializzazione della cannabisd. light e la coltivazione in forma domestica di sostanze stupefacenti per uso personale.
Gli Avvocati dello Studio Legale Ghini possono fornire assistenza muovendo da un’esperienza maturata in tutto il territorio dello Stato, sia in relazione ad ipotesi di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti sia in relazione alla più grave ipotesi di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Lo Studio vanta una particolare competenza anche in tema di misure cautelari personali e reali ed è disponibile ad assumere la difesa anche in vista di udienze di convalida di arresto o in ipotesi di esecuzioni di ordinanze cautelari. - Criminalità organizzata: Ogniqualvolta ci si trovi di fronte a procedimenti in materia di criminalità organizzata le regole del processo, inevitabilmente, cambiano.
La legislazione antimafia ed in materia di reati di contro l’ordine pubblico (dove il bene giuridico tutelato è la sicurezza collettiva dei consociati) ha caratteristiche peculiari. Solo una puntuale ed attenta conoscenza di tale corpo normativo consente di predisporre una difesa che sia il più possibile efficace ed effettiva.
Dalla fase cautelare a quella esecutiva, dalla libertà personale alla tutela del patrimonio, dalle indagini al dibattimento, in ognuna di queste fasi sono previste norme peculiari e particolari. Lo Studio mette a disposizione la propria esperienza a tutela di chi risulti accusato o condannato per questa tipologia di reati.
Particolare attenzione viene infine dedicata ai procedimenti per l’applicazione delle misure di prevenzione.
Responsabilità amministrativa degli enti per fatti dipendenti da reato
LA TUTELA DEGLI ENTI NEI PROCEDIMENTI AI SENSI DELLA LEGGE 231/2001
LA PREDISPOSIZIONE E L’AGGIORNAMENTO DEI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE
Sia la difesa degli enti nei procedimenti per illeciti amministrativi sanzionati ai sensi della legge 231-01 sia la costruzione l’implementazione e la manutenzione di un adeguato ed idoneo “sistema 231” richiedono un costante e continuo aggiornamento dei professionisti che seguono tali questioni e, nel contempo, un’effettiva conoscenza della realtà imprenditoriale ed economica alla quale si deve fornire assistenza.
Occorre – in buona sostanza – conoscere effettivamente i processi interni che comportano sensibili rischi da reato per poter fornire consulenza per attivare procedure preventive efficaci o , in caso di procedimenti in corso, per difendere l’ente.
In tale ambito lo Studio ha fornito consulenza a numerose imprese sia in sede di predisposizione di modelli di organizzazione e gestione sia in fase di verifica, implementazione ed aggiornamento.
Le tematiche che hanno coinvolto maggiormente lo Studio ultimamente afferiscono al rischio connesso all’introduzione di taluni illeciti tributari nel catalogo dei reati presupposto (legge 157/2019) ed ai necessari (e non rinviabili) aggiornamenti dei modelli di organizzazione.
Di pari passo con la predisposizione di questi strumenti, lo Studio è disponibile ad occuparsi della formazione del personale ed è disponibile a rapportarsi con gli Organismi di Vigilanza sempre nell’ottica di rendere efficace ed efficiente il sistema di controlli.
Reati connessi alla cessione di sostanze stupefacenti
La legislazione che punisce i reati in materia di sostanze stupefacenti è, oggettivamente, di straordinaria severità. Gli Avvocati dello Studio Legale Ghini possono fornire assistenza muovendo da un’esperienza maturata in tutto il territorio dello Stato, sia in relazione ad ipotesi di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti sia in relazione alla più grave ipotesi di associazione a delinquere finalizzata al traffico. Lo Studio vanta una particolare competenza anche in tema di misure cautelari personali e reali ed è disponibile ad assumere la difesa anche in vista di udienze di convalida di arresto o in ipotesi di esecuzioni di ordinanze cautelari.
Reati contro la persona
I reati contro la persona sono disciplinati nel Titolo XII, Capo III, del codice penale e in esso sono ricomprese tutte quelle fattispecie che ledono o che quantomeno mettono in pericolo i beni fondamentali dell’individuo (vita, integrità, onore, libertà, autodeterminazione, etc…).
Si tratta di reati che compromettono o pongono in pericolo gli aspetti più essenziali di ogni singolo individuo: primi tra tutti la vita e l’integrità fisica, ma anche l’onore, la reputazione, la libertà genericamente intesa, anche come libertà sessuale. Maltrattamenti in famiglia, violenza carnale, stalking, colpa medica, violazione di corrispondenza, violazione di domicilio, lesioni, rissa, omicidio, omicidio stradale, detenzione di materiale pornografico sono solo alcuni dei reati contro la persona su cui lo Studio Legale Ghini offre la propria esperienza e competenza, sia nella difesa di chi risulti essere accusato di tali reati, sia in quella di chi ritiene di esserne stato vittima.
Il legislatore, negli anni e su impulsi prevalentemente sovranazionali, ha attuato un ampio progetto di riforma volto a rafforzare la tutela dei soggetti vulnerabili, laddove per vulnerabilità deve intendersi quella situazione nella quale la persona non ha altra scelta se non cedere all’abuso di cui è vittima. In tale progetto si inserisce anche il noto c.d. Codice Rosso, introdotto al fine di rafforzare gli strumenti per la prevenzione e la repressione della violenza in danno delle donne.
Delitti contro la pubblica amministrazione
I reati contro la Pubblica Amministrazione costituiscono uno dei settori del diritto penale nel quale si è registrato il maggior numero di interventi legislativi, tutti tra l’altro caratterizzati da una particolare severità sotto il profilo punitivo.
Esemplificativo è ciò che è avvenuto nel corso del 2012 con la legge 190, meglio nota come Legge Severino, la quale, in attuazione della Convezione di Merida del 2003, ha dato vita ad una riforma organica dei reati di cui si tratta: in particolare, il legislatore ha operato uno spacchettamento del reato di concussione nell’ipotesi di cui all’art. 317 c.p. e in quella d’induzione indebita art. 319 quater c.p. oltre ad aver riscritto l’ipotesi di corruzione di cui all’art. 318 c.p. e ad aver introdotto il delitto di traffico di influenze illecite previsto e punito dall’art. 346 bis c.p.
Nuovamente, nel corso del 2015, il legislatore è intervenuto nell’ambito dei reati contro la pubblica amministrazione inasprendo sensibilmente i trattamenti sanzionatori previsti. Infine, nel 2019, il legislatore con la Legge n. 3, meglio nota come “Spazzacorrotti”, ha (nuovamente ed ulteriormente) inasprito le pene previste per questa tipologia di reati, abrogando –tra l’altro- la fattispecie di millantato credito di cui all’art. 346 c.p. ed introducendo talune fattispecie in esame nel novero di quelle previste dall’art. 4 bis ord. Pen., preclusive alla sospensione dell’ordine di esecuzione.
Lo Studio ha maturato una esperienza rilevante seguendo importanti procedimenti sia nel territorio emiliano sia presso i Tribunali di Milano, Roma, Verona, Brescia ed altri. Talvolta lo studio ha potuto collaborare in maniera proficua con avvocati amministrativisti che hanno contribuito a rendere maggiormente comprensibile all’autorità inquirente e giudiziaria il complesso funzionamento della “macchina amministrativa”. Lo Studio mette a disposizione dei propri Clienti l’esperienza maturata negli anni per ogni tipologia di illeciti penali ove sia coinvolta una pubblica amministrazione.
Misure cautelari personali e reali e misure di prevenzione
MISURE CAUTELARI:
Lo studio, grazie all’esperienza maturata dai propri professionisti, offre assistenza in ogni fase di quello che viene definito il procedimento cautelare, sia esso personale o reale.
L’applicazione di una misura cautelare dovrebbe avere la finalità di assicurare il risultato dei procedimenti di cognizione o di esecuzione, svolgendo una funzione meramente strumentale. Invero, i tempi lunghi del procedimento, dovuti alla complessità delle indagini o all’esigenza di accertare l’effettiva commissione di un reato nel rispetto del diritto di difesa, possono comportare pericolo per l’accertamento dei fatti o per l’effettiva efficacia della sentenza. Di talché, l’ordinamento ha predisposto ed introdotto le misure cautelari. Queste possono definirsi come provvedimenti provvisori ed immediatamente esecutivi, finalizzati ad evitare che il trascorrere del tempo possa comportare pericolo per l’accertamento del reato, per l’esecuzione della sentenza, l’aggravamento del reato o la commissione di nuovi reati. Le misure cautelari comportano la limitazione di alcune libertà fondamentali, quali la libertà personale, la libertà di circolazione e la libertà di disporre di beni mobili o immobili.
Le caratteristiche fondamentali delle misure cautelari sono: la strumentalità al procedimento penale; l’urgenza, in quanto un ritardato intervento comporterebbe il probabile verificarsi dei fatti temuti; la prognosi di colpevolezza allo stato degli atti (i c.d. gravi indizi di colpevolezza); l’immediata esecutività; la provvisorietà (le misure cautelari possono essere revocate e modificate in base alle sopravvenienze probatorie e non inficiano sulla decisione finale); la giurisdizionalità, che impone un provvedimento del giudice per la loro applicazione (principio questo che trova un’eccezione nelle misure precautelari che permettono una coartazione della libertà in determinati casi suscettibile però di successiva convalida) ed infine l’impugnabilità avverso le misure cautelari è possibile proporre impugnazione sia nel merito attraverso il c.d. riesame o appello, oppure per violazione di legge mediante ricorso in Cassazione . L’ estinzione delle misure cautelari avviene per provvedimento del giudice o di diritto. Per quanto riguarda, invece, le misure cautelari reali, anch’esse comportano una compressione di diritti costituzionalmente garantiti creando un vincolo di indisponibilità su alcuni beni. Nel novero di queste misure vanno distinti il sequestro conservativo e il sequestro preventivo
Le misure cautelare, limitando i diritti fondamentali dell’individuo in un momento antecedente all’accertamento del fatto di reato nel corso del processo, sono connotate da scadenze e termini assai ristretti e stringenti, anche per quanto concerne la possibilità di avanzare impugnazione avverso il provvedimento applicativo del Giudice. Di talché, appare quanto mai necessario un tempestivo intervento del difensore al fine di poter esercitare appieno il diritto di difesa già in questa fase originaria.
LE MISURE DI PREVENZIONE
Le misure di prevenzione sono misure che assolvono ad una funzione special-preventiva. Tradizionalmente di natura formalmente amministrativa, sono dirette ad evitare la commissione di reati da parte di soggetti considerati socialmente pericolosi. Tali strumenti sono applicati indipendentemente dalla commissione di un reato: sono, infatti, misure ante delictum o praeter delictum. Tale caratteristica le differenzia dalle misure di sicurezza, le quali, al contrario, sono disposte nei confronti di persone socialmente pericolose a seguito della commissione di un reato (post delictum). Il sistema della prevenzione ante delictum è stato oggetto di continue dispute, dalla sua nascita fino ad oggi, avente ad oggetto la legittimità costituzionale dell’applicazione di misure limitative della libertà che prescindono dal dato oggettivo della commissione di un fatto illecito. Presupposto dell’applicabilità delle misure di prevenzione era ed è l’attuale pericolosità sociale del destinatario, da desumersi sulla base di elementi di fatto, che possono essere individuati in precedenti penali e giudiziari, denunce per gravi reati, tenore comprensivo di vita o nelle frequentazioni del singolo. La legge Rognoni-La Torre ha ampliato l’ambito di applicazione delle misure di prevenzione agli indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, precedentemente già estese ai fenomeni eversivie terroristici dalla Legge c.d. Reale. Il settore delle misure di prevenzione è stato oggetto, infine, di una radicale riforma per effetto del decreto legislativo 159/11 rubricato “Il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione”, codice questo nato dall’esigenza di un’organica rivisitazione della materia.
Le misure di prevenzione si distinguono in personali, applicabili dal Questore o dall’Autorità Giudiziaria, e patrimoniali.
Lo Studio ha maturato nel tempo un importante bagaglio di esperienza che mette a disposizione dei propri clienti.
Indagini difensive anche preventive
Tutti gli ordinamenti di stampo accusatorio prevedono una disciplina relativa alle indagini difensive ovverosia la facoltà del difensore di espletare alcune (determinate) attività di investigazione difensiva nell’interesse del proprio cliente. La nostra Costituzione prevede all’art. 111 non solo il diritto di conoscere gli elementi posti a base di un’accusa, ma anche il diritto ad avere il tempo e le condizioni necessarie per predisporre la propria difesa. Il ruolo del difensore è oramai mutato e sempre più spesso diventa necessario ed imprescindibile difendersi “provando”.
Le investigazioni difensive, disciplinate nel Titolo VI-bis nel Codice di Procedura Penale, sono divenute, dunque, uno strumento di difesa oramai indispensabile.
Il difensore non può, indubbiamente, disporre di poteri e facoltà assimilabili a quelle della parte pubblica ma ciononostante può raccogliere in ogni fase del procedimento – ed anche in via preventiva prima che un procedimento abbia formale inizio – elementi a sostegno della propria difesa. Il legale può sentire testimoni, può ottenere la convocazione di questi testimoni davanti al Giudice o al Pubblico Ministero qualora non intendano rispondere avanti a lui, può nominare consulenti tecnici, effettuare accertamenti sulle cose e sui luoghi, accedere a luoghi e a documentazione nonché richiedere ed ottenere documentazione dalle pubbliche amministrazioni oltre ad accedere anche a luoghi privati (se debitamente autorizzato dal Giudice). Le indagini difensive possono poi essere svolte anche nell’interesse di chi ritenga di essere vittima di un reato. Lo Studio, se necessario, si occupa di svolgere indagini difensive, potendo contare sulla competenza e professionalità dei professionisti dello Studio (non si deve dimenticare come i doveri e gli obblighi deontologici in questa materia siano particolarmente stringenti) ed operando in concerto con validi consulenti tecnici qualora necessario.
Assistenza di difesa davanti al CEDU ed altri organismi di giustizia internazionale
Dal sito della CEDU – ECHR: “La Corte europea dei Diritti dell’Uomo è un tribunale internazionale con sede a Strasburgo. La Corte si compone di un numero di giudici pari a quello degli Stati membri del Consiglio d’Europa che hanno ratificato la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. A oggi, la Convenzione è stata ratificata da quarantasette Stati. I giudici siedono nella Corte a titolo individuale e non rappresentano nessuno Stato. Nell’esame dei ricorsi, la Corte è assistita da una cancelleria formata essenzialmente da giuristi provenienti da tutti i Paesi membri (chiamati anche “referendari”). Questi ultimi sono completamente indipendenti rispetto al loro Paese di provenienza e non rappresentano né i ricorrenti né gli Stati.” (WWW.ECHR.COM)
La Corte svolge la funzione di garantire l’applicazione della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo.
Il suo duolo è quello di accertare che lo Stato garantisca effettivamente il rispetto di tali diritti
E se la Corte accerta che vi sia stata violazione da parte dello Stato emette una sentenza che ha per il nostro ordinamento forza di legge.
Quali sono i diritti che possono essere tutelati davanti alla Cedu?
” il diritto alla vita;
” il diritto ad un processo equo in materia civile e penale;
” il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare;
” la libertà di espressione;
” la libertà di pensiero, coscienza e religione;
” il diritto a disporre di un ricorso effettivo in sede giurisdizionale;
” il diritto al rispetto dei propri beni, della proprietà e del lavoro;
” il diritto a non subire alcuna forma di tortura o di trattamenti inumani o degradanti;
” il diritto a non subire una detenzione arbitraria e illegale;
” il diritto a non subire espulsioni arbitrarie (ad esempio, espulsioni di massa) o estradizioni allorquando vi sia un pericolo per l’incolumità dell’estradando
Lo Studio si è occupato e si occupa di assistere le persone che ritengono di aver subito un’ingiusta aggressione ai diritti garantiti dalla Convenzione.
Reati in materia di ediliza ed urbanistica
Il bene giuridico tutelato dalle norme penali incriminatrici in materia di abusivismo edilizio è rappresentatodall’interesse alla tutela del territorio, nonché dalla necessità di sottoporre l’attività edilizia al preventivo controllo della pubblica amministrazione al fine di evitare uno svolgimento non conforme alle norme giuridiche. In altre parole, il fine perseguito da tali disposizioni è quello di garantire un ordinato sviluppo urbanistico del tessuto urbano, in coerenza con le scelte pianificatorie dell’amministrazione.
In particolare, il Testo Unico in materia edilizia (D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380) all’art. 44 prevede tre distinte ipotesi criminose alle quali ricollega sanzioni penali di diversa entità: a) l’inosservanza di norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dal T.U., nonché dai regolamenti edilizi, dagli strumenti urbanistici e dal permesso di costruire; b) l’esecuzione di lavori in totale difformità o in assenza del permesso di costruire, nonché la prosecuzione dei lavori nonostante l’ordine di sospensione; c) la lottizzazione abusiva dei terreni a scopo edilizio, nonché gli interventi edilizi nelle zone sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, in variazione essenziale, in totale difformità o in assenza del permesso.
Le sanzioni che può applicare il Giudice penale possono avere effetti dirompenti nella vita dei soggetti coinvolti, privati o imprese, anche sotto il profilo patrimoniale. Non si deve infatti dimenticare come talvolta le sanzioni accessorie (rimessione in pristino, confisca dell’area in caso di lottizzazione ecc.) possano arrecare maggior danno della sanzione penale vera e propria.
Parimenti dirompenti possono essere gli effetti derivanti dall’applicazione di misure cautelari reali (sequestro preventivo) che pur risultando, per definizione, puramente preventive possono portare le parti coinvolte a subire una “sanzione di fatto” prima ancora del processo e a prescindere dall’esito, eventualmente favorevole, del processo stesso.
È anche per queste ragioni che appare spesso utile affiancare al penalista uno o più consulenti tecnici (architetti, ingegneri, esperti in diritto edilizio ed urbanistico).
Lo Studio si occupa di questa tipologia di illeciti da tempo e può fornire assistenza in ogni fase del procedimento.
Reati ambientali e alimentari
L’espressione “diritto dell’ambiente” attiene a quel complesso di norme generali e leggi speciali che hanno quale fine comune la tutela dell’ambiente. Lo scopo è quello di tracciare linee guida per la risoluzione dei conflitti tra due diversi interessi, spesso contrapposti: quello umano da una parte e quello naturalistico dall’altra. Le disposizioni hanno, invero, il compito di individuare i confini al di là dei quali l’intervento umano, spesso in grado di incidere negativamente sugli equilibri naturali, non possa più ritenersi lecito.
Per reato ambientale si intende, dunque, quella particolare condotta che sia idonea a mettere in pericolo o a ledere l’ambiente in cui viviamo, al di là dei limiti tratteggiati dal legislatore. A garanzia della tutela del bene ambiente, il codice penale e, ancor di più, il Testo Unico Ambientale (D.Lgs. n. 152/2006 “Norme in materia ambientale”) prevedono precise fattispecie di reato e illeciti amministrativi, alle quali si sono aggiunte nel tempo nuove e specifiche previsioni e aggravanti ad opera della legge 22 maggio 2015 n. 68 “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente”.
Tale ultima novella legislativa, in particolare, ha introdotto all’interno del codice penale il Titolo VI-bis, intitolato “Dei delitti contro l’ambiente” (artt. 452-bis – 452-terdecies), tra le cui fattispecie rilevano il reato di inquinamento ambientale (art. 452-bis), il disastro ambientale (art. 452- quater), ed infine il delitto di associazione a delinquere nei reati ambientali (art. 452-octies).
Si tratta, a ben vedere, di una materia in rapida e continua evoluzione, che impone una tutela legale particolarmente attenta ed accurata e ciò anche in ragione della previsione di sanzioni accessorie ed obblighi particolarmente stringenti.
Lo Studio si è occupato di tematiche ambientali spesso collaborando anche con altri professionisti del settore (avvocati amministrativisti e consulenti tecnici).
Si badi, altresì, che i reati ambientali costituiscono anche il presupposto per la responsabilità amministrativa delle imprese ai sensi del decreto legislativo 231/2001: ciò comporta un coinvolgimento nel processo penale non solo del privato ma anche della società di riferimento. Sul tema, lo Studio è in grado di occuparsi anche della eventuale revisione delle procedure e dei modelli di organizzazione anche al fine di renderli più efficaci al fine di prevenire la commissione di tale tipologia di illeciti.